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La tecnologia Tecnimed

Nella seconda metà degli anni Novanta, Tecnimed ha inventato dei dispositivi dopo-puntura che svolgono la loro azione tramite il rilascio di piccoli impulsi elettrici: si tratta di una tecnologia che permette di ridurre o eliminare il gonfiore e il prurito provocati dalle punture di zanzare.

Meccanismo di azione dei dopo-puntura Tecnimed

Diversi studi clinici dimostrano l’efficacia della stimolazione elettrica per trattare le punture di zanzara, e, anche se il principio di funzionamento non è ancora completamento chiaro, l’ipotesi scientificamente più accreditata è quella secondo cui l’impulso elettrico è in grado di agire sulle molecole dell’anestetico e dell’anticoagulante iniettati dalla zanzara.

Facciamo un passo indietro: cosa succede quando una zanzara punge?

Quando punge, la zanzara inocula una sostanza anestetica e un anticoagulante per poter prelevare il sangue. Come conseguenza, il corpo umano reagisce scatenando quella che è nota come “cascata infiammatoria” che porta alla produzione di diversi enzimi, proteine e reazioni che causano il tipico gonfiore e il prurito. In particolare, viene rilasciata istamina, che fa sì che l’area intorno alla puntura aumenti di volume (gonfiore), diventi rossa (arrossamento) e inizi a prudere. Fino a che la sostanza estranea non viene eliminata, l’istamina continua a causare gonfiore e prurito.

Cosa fa, a questo punto, un dispositivo dopo-puntura?

Un dispositivo dopopuntura è in grado di inattivare la sostanza estranea: quando accade, l’istamina non è più necessaria e di conseguenza si riducono progressivamente la vasodilatazione locale, il gonfiore e il prurito.

I dopopuntura realizzati da Tecnimed sono dispositivi di dimensioni e peso molto contenuti che rispondono all’esigenza di essere comodamente portati ovunque e di essere tenuti sempre con sé: infatti, più il trattamento viene fatto tempestivamente, maggiore è la sua efficacia.
I dispositivi contengono un elemento piezoelettrico, in grado da solo di emettere almeno 20-25.000 impulsi (che corrispondono al trattamento di circa 4-5000 punture). Non serve batteria per alimentarli.

Piezoelettricità

L’elemento piezoelettrico è costituito da un sistema meccanico (composto da molle e materiale ceramico o quarzo) collegato a un pulsante. Quando il pulsante viene azionato, le molle vengono compresse fino a sganciare il meccansimo che genera poi un’energia che a sua volta si ripercuote sugli elementi ceramici i quali, per loro caratteristica fisica, per reazione producono un piccolissimo impulso di energia elettrica.
In questo modo si ha la trasformazione dell’energia meccanica (prodotta dall’utilizzatore mentre preme il pulsante) in energia elettrica.
La durata della scarica è di 10 milionesimi di secondo.
La corrente è di 0,7 millesimi di Ampere e la tensione (misurata a vuoto) è di 13/14 KV.

Il meccanismo piezoelettrico rende il dispositivo sempre pronto all’uso e senza una data di scadenza: il dispositivo si scaricherà se e quando avrà esaurito la durata di vita dell’elemento piezoelettrico (circa 20-25.000 impulsi) cioè se lo avrete usato per trattare fino a 4-5.000 punture. Potreste più facilmente perderlo prima… ma per evitarlo, il dispositivo è stato corredato di un anellino così che possiate agganciarlo alle chiavi di casa o dell’auto: lo avrete sempre con voi e saprete sempre dove trovarlo!

Bibliografia

  • Horsmanheimo et al. Histamine and leukotriene C4 release in cutaneous mosquito-bite reactions. 1996.
  • Fostini et al. Beat the bite: pathophysiology and management of itch in mosquito bites. 2019.
  • Ventura P. and Girola M. Treatment with a new electronic device of consequences of mosquito bite or urtica inflammation. Acta Toxicologica et Therapeutica, 1997.