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Le punture di zanzara

Essere punti da una zanzara è un evento molto comune, durante la bella stagione.
Di solito, questi insetti colpiscono dal tardo pomeriggio in poi, anche se con l’arrivo delle zanzare tigre si è punti anche di giorno. Le zanzare sono attratte dalla pelle umida o sudata e dai vestiti scuri ed è più facile incontrarle nelle zone lacustri o paludose o, in generale, nei luoghi dove c’è presenza di acqua stagnante.

Solo le zanzare femmine pungono, perché hanno bisogno delle proteine del sangue per alimentare le uova. Quando la zanzara si appoggia sulla pelle per pungere, innanzitutto rilascia un anestetico per desensibilizzare l’area (e cercare, così, di non farsi notare), poi perfora la pelle con una specie di ago rigido, attraverso il quale fa poi passare uno speciale apparato boccale flessibile (detto proboscide) che si muove sottopelle fino a trovare un capillare. Prima di succhiare il sangue, la zanzara inocula un anticoagulante, per rendere il sangue più fluido e in grado di attraversare la sottilissima proboscide.

Il corpo considera la saliva della zanzara come un allergene, e il sistema immunitario reagisce quindi tramite il rilascio di istamina, che è la causa effettiva del prurito e del gonfiore.

Nella maggior parte dei casi, le punture di zanzara sono fastidiose ma non pericolose. Ci sono però alcune situazioni in cui la “semplice puntura” di questo insetto può provocare conseguenze gravi.

Le reazioni possono variare da persona a persona. In particolare, possono variare:

  • le dimensioni dei pomfi, che per alcuni sono molto grossi, mentre per altri possono essere meno visibili
  • il prurito, che può essere più o meno intenso, breve o prolungato.

In linea di massima, il pomfo e il prurito provocati da una puntura di zanzara sono temporanei.

Cosa fare in caso di puntura di zanzara?

Basta un po’ di disattenzione e l’estate ci porta il tipico e fastidioso prurito che arriva da una puntura di zanzara.
Ecco alcuni consigli su come comportarsi quando si scopre il caratteristico pomfo provocato da uno di questi fastidiosi insetti.

  • Non grattarti. Incidere una x sul punto colpito ha un’efficacia molto limitata.
  • Lava la zona della puntura con acqua e sapone delicato, per favorire la guarigione ed evitare che si infetti.
  • Se si tratta di un bambino, spiegagli che è meglio non grattarsi, per non peggiorare il prurito.
  • Applica creme lenitive a base di sostanze naturali dall’azione calmante e antigonfiore, come calendula, escina, ippocastano, camomilla, aloe vera, oppure pomate antistaminiche oppure stick a base di ammoniaca a basse concentrazioni.
  • Esistono strumenti dopo-puntura ecologici che non usano sostanze, ma si basano sul rilascio di piccoli impulsi elettrici, una tecnologia che permette di ridurre il gonfiore e il prurito provocati dalla puntura di insetti come le zanzare.

Quando preoccuparsi?

Se il pomfo fosse particolarmente grosso e raggiungesse dimensioni superiori a quelle di una moneta da un euro, potresti applicare una crema a base di antistaminico o di cortisone, chiedendo consiglio al farmacista.

È meglio rivolgersi a un medico o al pronto soccorso , in caso di sintomi gravi, quali:

  • Eritema
  • Febbre
  • Mal di testa
  • Difficoltà a respirare
  • Tachicardia
  • Rigonfiamento della faccia o della bocca
  • Nausea o vomito
  • Capogiri o senso di debolezza
  • Difficoltà a deglutire

Potrebbe essere, infatti, che il bambino o la persona punta abbia un’allergia alle punture di zanzare, ed è quindi importante agire il più in fretta possibile, per evitare conseguenze anche gravi.

Bisogna inoltre fare attenzione a dove ci si trova quando si viene punti. Se in Italia e nella maggior parte dei paesi europei le zanzare sono innocue, vi sono luoghi dove questi insetti possono trasmettere malattie come la malaria.

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